Tivoli – Il sindaco Innocenzi presenta il Festival del Libro, presenti anche Centani e Capitano: le parole

La prima edizione di “Pagine, voci, storie, territori” è stata presentata oggi, venerdì 16 maggio al Municipio di Tivoli, presso la Sala Rossa per inaugurare il Festival del Libro di Tivoli. L’evento è in programma dal 20 al 25 maggio e per l’occasione, in una conferenza stampa il sindaco di Tivoli Marco Innocenzi, Antonio Capitano in qualità di dirigente della Cultura e saggista e Matteo Centani incaricato alla Cultura hanno presentato il Festival.
Il Sindaco di Tivoli: “Il libro verrà diffuso in tutto il territorio”
“Pagine”, in programma dal 20 al 25 maggio, sarà una straordinaria rassegna, che si svilupperà in tutti i quartieri di Tivoli – così ha preso parola il sindaco Marco Innocenzi alla conferenza stampa che si è svolta questo pomeriggio -. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato per rendere realtà questo ambizioso progetto, presentato oggi presso la Sala Rossa e che vuole essere solo il primo passo per fare di questo evento una rassegna annuale che funga da stimolo per la lettura e da attrattore per mostrare una Tivoli viva, propositiva e ricca di eventi“.
I libri fanno parte della storia più antica della Città, come lo stesso Innocenzi ha ricordato: “Nel nostro Fondo antico, il primo testo risale al 1300 ed è stato scritto a mano. Non tutti possono vantarsi di un Fondo Antico come il nostro. Per questo abbiamo voluto dedicargli un evento. Il 24 maggio alle ore 17 nella biblioteca. Questa edizione è la prima, la seconda e la terza saranno ancora più importanti. A questo festival si è voluto dare una eterogeneità su tutto il territorio. Ci saranno degli incontri per diffondere il libro su tutto il nostro territorio. Ringrazio anche i tantissimi scrittori tiburtini che si sono messi a disposizione e hanno recepito l’interesse dell’Amministrazione verso questo festival”.
Matteo Centani: “Le pagine da filo conduttore per le generazioni”
“Questo Festival l’abbiamo voluto intitolare così perché le pagine sono quelle che si tramandano di generazione in generazione, un filo conduttore”. Queste le parole di Matteo Centani, incaricato alla Cultura, illustrando quali sono gli obiettivi di questo festival: “Le voci saranno dei lettori, autori, cittadini. Racconteremo tante storie. Le storie sono quelle più importanti, come Aristotele che diceva che hanno un potere che ci può cambiare e purificare. Non è un caso che quest’anno si è deciso di farlo per il primo anno a Tivoli perché è da sempre stata una crocevia di arte e cultura”.
“Questo evento coincide con il 130ennale della prima proiezione dei fratelli Lumière – prosegue Centani -, c’è un filo conduttore univoco con questo festival che coniuga la parte scientifica, in senso lato, per ricordare il tiburtino Emilio Segrè e il cinema. Vogliamo creare la cittadella del libro, il nucleo centrale di questa edizione saranno le Scuderie Estensi, punto di incontro per eventi anche musicali. Nel fine settimana il cortile della Rocca Pia sarà uno spazio dedicato di più ai bambini. Anche le librerie del territorio sono inserite nel Festival. Spero che questo appuntamento possa far fare un passo in avanti a Tivoli”.
Antonio Capitano: “Vogliamo far avvicinare la gente alla lettura”
Infine, Antonio Capitano, dirigente della Cultura e saggista ha spiegato perché il Comune di Tivoli abbia scelto di realizzare il Festival del Libro a Tivoli e quali sono le responsabilità: “Ringrazio Matteo Centani, insieme a lui abbiamo creato dal nulla questo festival. L’idea nasce dal Comune, tutto questo non sarebbe stato possibile senza il lavoro di squadra. È un festival importante abbiamo due responsabilità, Tivoli è città che legge ed è un titolo che va alimentato. L’obiettivo è quello di far avvicinare le persone alla lettura. Questo significa un’operazione di pace, io durante il Covid avevo bisogno di un libro e la libreria è venuta sotto casa. In cambio dei soldi ho avuto speranza e sogni. La lettura aiuta a combattere l’isolamento. Fa viaggiare quelli che non possono viaggiare. Fa compagnia a chi è solo. Ha una funzione sociale che permette di cambiare il corso delle cose”.