CASE-TORRI: MODELLO DI SVILUPPO URBANO
Nel Medioevo a Tivoli si diffuse la tipologia delle Case Torri che, posizionate nei punti strategici della città, assolvevavo la funzione simbolica di supremazia sociale e quella pratica di difesa.
di
Giuseppe Ugo Petrocchi
Le Case torri nell’urbanistica medievale
Ogni periodo storico si riflette nella forma urbana: nella Tivoli Medievale, che esalta la verticalizzazione edilizia, le Case torri, emergenti dalle vie e dalle piazze, ne sono uno degli esempi più visibili.
Purtroppo, la straordinaria testimonianza di S. Gimignano, definita da Giosuè Carducci “dalle bianche torri”, ritratta da Simone Martini e dal Beato Angelico, non si può più registrare a Tivoli, almeno nella percezione odierna d’insieme. Purtroppo, la sua caratteristica connotativa non è più di facile lettura, ma solo attraverso uno studio capillare del tessuto edilizio si riesce ad affermare che Tivoli era una città fortemente segnata da queste importanti emergenze edilizie, dominanti su masse omogenee di case a schiera a due piani. Allo stesso modo, le svettanti torri e gli alti campanili costituiscono veri e propri riferimenti visivi per chi osserva la città da lontano, extra moenia.

Quanto il disegno urbanistico della città sia attribuibile ad una previsione pianificata non è di immediata intuizione, anche se le scelte fondamentali non furono casuali, ma sempre finalizzate al raggiungimento di precisi obiettivi funzionali, formali e simbolici.
Dietro la pianificazione, anche a Tivoli si rileva una precisa volontà coordinatrice, generata dalla cultura dell’epoca, cosicché «realmente la pianta della città è il frutto di una elaborazione generale anonima e collettiva».
Emergenze edilizie: Campanili, Torri, Case torri
Il presente studio è appunto indirizzato alla lettura delle emergenze edilizie costituite da Campanili, Torri e Case-torri. Come i Campanili costituiscono i poli di riferimento dell’assieme generale, così le Torri difensive e soprattutto le Case-torri scandiscono la partitura della maglia più minuta ed omogenea dell’abitato.
Se l’individuazione dei Campanili è di immediata intuizione, così non può dirsi per le Case-torri, le quali o sono state demolite, o sono inglobate in costruzioni, o hanno subito nel tempo radicali trasformazioni. Fortunatamente altre, invece, sono oggi riconoscibili grazie all’integrità delle murature originarie, che non furono mai intonacate.
Caratteri distintivi della Casa-torre

Case torri di
Vicolo dei Ferri
Tra i caratteri distintivi della Casa-torre il primo è costituito dall’ apertura a piano terra ed anche dalla mancanza di vani porta; inoltre, dalla presenza di piccole finestre, poste alla massima altezza dal piano stradale, con architravi o stipiti marmorei di recupero; dall’esistenza di archi di scarico in laterizi, infine dall’altana sottotetto. Un’altra caratteristica ricorrente è l’esistenza di mensole marmoree, che avevano la funzione di appoggio per la scala esterna in legno.
La pianta della Casa-torre è quasi sempre quadrata o quadrangolare, qualche volta rettangolare, con murature a piano terra che partono da 80 cm.
In effetti le vie sinuose dei centri medievali, con la loro prospettiva spezzata, che accentuava l’immagine verticale delle costruzioni, con le continue sorprese visive degli spazi, con le ombre delle strade strette, erano l’essenza e la sapienza dell’arte urbanistica dell’epoca dei Comuni.
Analogamente, la Casa-torre assolveva ad una duplice necessità: difendersi da una parte, e dall’altra emergere, non solo dalle più basse case a schiera, ma anche dalla classe sociale media, dimostrando a tutti la propria forza, il proprio rango e la propria identità.

Campanili e Assi visivi
Nel X secolo nacquero le Consorterie, associazioni normalmente a base familiare, per la tutela di interessi comuni, tra cui quello difensivo; nelle classi sociali si distinguevano i nobili e militi, che detenevano il primato del possesso di Torri e Case-torri. e avevano diritto di edificare le proprie Torri in punti privilegiati.
I luoghi di culto, con i loro Campanili, segnano le coordinate degli assi visivi dell’intero centro di Tivoli medievale: il cardine di questo sistema è la Cattedrale, posta a Nord, verso la quale convergono i principali assi. Il primo è costituito dall’allineamento dei campanili di S. Maria Maggiore, San Pietro alla Carità e dopo lo stesso Duomo, la Torre di Santa Caterina.

Sempre verso il Campanile della Cattedrale converge il secondo asse primario, dominante il lato Est, composto dall’allineamento di San Biagio e di San Michele.
Singolarmente, esattamente ruotanti a 90° rispetto ai due assi principali, ne esistono altri due secondari, il primo verso Sud-ovest in allineamento con il Campanile di San Silvestro; il secondo verso Est con il Campanile scomparso di San Valerio.

Tutto ciò non può essere frutto del caso, ma di un ordine prestabilito, tipico della cultura medievale e degli effetti estetici che essa si prefiggeva.
Aspetti simbolici delle visuali
Importanti gli aspetti simbolici: la Cattedrale è posizionata a Nord e, come la stella polare, diviene guida per i fedeli. Ma il Campanile stabilisce anche un preciso rapporto visivo tra esso e le vie interne, che convergono verso la piazza: la percezione è quindi progressiva, graduale e costante. Questo è il caso più ricorrente. In un’altra ipotesi si può avere una visuale completamente aperta, determinata da uno spazio che consente una percezione globale, con più punti di vista, quasi sempre da una piazza, che si contrappone funzionalmente a quella del Duomo. Il terzo caso è costituito dalla sorpresa visiva, che fa apparire il Campanile alla fine di una via, all’improvviso. Si sono sperimentate le tre casistiche visive nei confronti del Duomo e del relativo Campanile, da via Postera, da piazza D. Tani, da via S. Valerio e da vicolo Olivieri.

I Conventi
Analogamente, non è casuale, naturale e spontanea l’ubicazione dei Conventi principali: San Francesco, San Biagio dei Domenicani e S.Arcangelo delle Domenicane, in quanto «è interesse del Comune e anche del vescovo evitare squilibri che potrebbero risolversi nella formazione di un nuovo polo monumentale, contrapposto a quello Vescovile e a quello Comunale».
Infatti, nell’assetto urbano di Tivoli, i tre Conventi sono posizionati nelle parti estreme dell’abitato, ai vertici di un triangolo, che ha per baricentro il fulcro del potere comunale.

Sistemi di controllo delle vie di accesso
La costruzione delle Case-torri si concentra entro il perimetro delle mura del X secolo, cosicché si possono distinguere cinque sistemi che controllano le principali vie di accesso ed i vari versanti del colle.
Nel rione di Castrovetere se ne presenta una quantità esigua, dovuta alla sua naturale posizione geomorfologica, circoscritto com’è tale rione dalle rupi scoscese e dal fossato artificiale, sormontato dall’attuale Ponte di S. Martino, controllato dall’alta torre di Guardia.
Il secondo sistema dominava il versante Nord e si attestava lungo la direttrice di via del Colle e della zona del Riserraglio, avendo come caposaldo la Torre di S. Caterina, che assumeva la doppia funzione: difensiva e di avvistamento, ma anche religiosa. Le distruzioni degli ultimi eventi bellici e le trasformazioni edilizie dei secoli XIV-XVIII, non permettono oggi una immediata riconoscibilità delle Case-torri esistenti.

Il terzo sistema può individuarsi nel rione S. Paolo, e preminentemente nella zona del Seminario, dove si conservano le Case-torri più imponenti per la loro altezza e più possenti per la loro robustezza.
Il sistema, piuttosto concentrato, controllava il versante Est, verso il fiume Aniene e la Tiburtina Valeria. La Casa-torre del Seminario godeva di una ottima visibilità, che ne aumentava conseguentemente i poteri difensivi.

Il quarto sistema rimaneva nella parte interna della città, nella zona di via dei Selci e sembra essere stato costituito da Case-torri di grandezza inferiore. In questo caso, per la posizione internata, non dominava un vero e proprio versante esterno, ma il suo controllo si limitava esclusivamente alle vie.
L’ultimo sistema analizzato si individua in quello che va da piazza Palatina a vicolo dei Ferri, via Mauro Macera, per richiudersi in via Postera verso il Duomo. L’andamento semicircolare era quasi parallelo alle mura, che possedevano in questo settore torri di guardia nei pressi delle porte.
Un altro sistema, quello nella contrada di via Maggiore, era importante, edificato extra moenia del secolo X, inglobato nella cerchia di mura del Barbarossa, che ha però subìto notevoli trasformazioni e presenta poche tracce alto medievali per i radicali cambiamenti subiti.
Rapporti delle Case-torri con la rete viaria
Così come i Campanili determinano gli assi visivi e i Conventi segnano gli assetti di ampliamento e ristrutturazione urbanistica della città, le Case-torri costituiscono i parametri di riferimento della struttura organizzativa dell’isolato, e delle relazioni di quest’ultimo con la rete viaria.

Nella schematizzazione dell’impianto di un isolato teorico, si differenziano le Torri d’impianto vero e proprio, prime ad essere edificate e quindi privilegiate nella posizione strategica. La Torre difensiva e di avvistamento era preminentemente in posizione isolata o direttamente fusa nelle mura, cosicché si trovava più avanzata rispetto all’abitato, e subito a ridosso delle porte cittadine. Generalmente più alta delle normali Case-torri, era munita di fenditure per le armi.
Funzione rappresentativa delle Case torri
Con la posizione di testata le Case-torri mantenevano per lo più una funzione pubblica rappresentativa, sede del potere municipale ed erano localizzate sul fronte della piazza, interrompendone, talvolta, la regolarità geometrica. Allo stesso tempo però assumevano la funzione di raccordo spaziale con gli altri poli del potere municipale e vescovile, integrandosi in modo mirabile nella piazza monumentale.
Le Case-torri in posizione d’angolo, con funzione principalmente residenziale-difensiva, di proprietà della classe sociale di maggior rango, erano quelle d’impianto, che nascevano prima delle case a schiera, occupavano un sito privilegiato, ed erano di due piani più alte rispetto ai tetti dell’edificato circostante. Godevano di una visibilità introversa, preminente verso i corridoi di possibile attacco, ricorrente nell’assetto urbanistico della Tivoli medievale.

Interventi di ristrutturazione e sostituzione
Quando l’isolato ormai era saturo e quindi già occupato dalla continuità delle case a schiera e le posizioni migliori per la costruzione delle Case-torri erano impegnate, si doveva ricorrere ad un intervento di ristrutturazione, cioè di sostituzione. Così al posto di una semplice casa veniva edificata una Torre che rimaneva però interclusa, senza peraltro avere di fronte sbocchi viari. Ad essa veniva comunque conferito il diritto di spostarsi in avanti rispetto al filo stradale, in modo da avere almeno uno spigolo in vista. Spesso questo avanzamento provocava un conseguente slittamento del costruito successivo, con restringimento della strada, per consentire la costruzione di profferli, cioè di scale esterne per le case a schiera.


Quando la viabilità principale di affaccio dell’isolato non consentiva l’avanzamento, si aveva una posizione svantaggiata rispetto alle altre. Si poteva solo sfruttare la maggiore altezza rispetto alle case circostanti.
Questa tipologia di Casa – torre poteva acquistare una visibilità estroversa buona, ma solo da zone prospetticamente lontane, così che da essa si aveva una scarsa visibilità introversa lungo l’unica via di appartenenza.
In ultimo, se la viabilità lo consentiva o se si voleva interrompere la regolarità della maglia stradale, la Casa-torre assumeva una ubicazione che conteneva in sé più caratteristiche, sommando la posizione d’angolo a quella fronte bivio. Sicuramente era la più ambita, perché sfruttava contemporaneamente i vantaggi di entrambe: se ne conserva una, in via del Seminario, fra le più belle e imponenti di tutta Tivoli.
Campanili e Case Torri: il divino e il terreno
Campanili e Case-torri, dunque, due emergenze che si confrontano e si contrastano nel loro contenuto intrinseco: i primi a simboleggiare il divino, il senso religioso; le seconde il potere terreno, di supremazia civile, costituiscono, insieme all’edilizia conventuale, i cardini e l’essenza dell’arte di costruire le città nel Medioevo. Come le emergenze religiose incarnano gli aspetti simbolici e regolano quindi l’estetica e la forma globale, così quelle civili definiscono a loro volta gli ordini funzionali e pratici che sovraintendono gli assetti urbanistici degli isolati; due realtà urbane che hanno espresso, sinergicamente, l’idea di progetto della città medievale di Tivoli.
Bibliografia
La Bibliografia di riferimento è raccolta in Giuseppe Ugo Petrocchi, Case Torri: modello di sviluppo urbano, in “Tivoli Medievale. Una città da riscoprire”, Catalogo Mostra, Tivoli 2024, pp. 33-42
